Monumento alla bagnante

Il simbolo moderno di Vasto sulle rovine del porto romano

Il Monumento alla Bagnante che si erge sullo scoglio di Scaramuzza, posto proprio dove il Golfo di Vasto incontra il tratto roccioso oggi definito Costa dei Trabocchi, è oggi considerato il principale simbolo di Vasto. Le sue vicende e quelle dell’ambiente circostante ci parlano però di una storia lunga tremila anni.

La statua in bronzo, opera dell’artista ortonese Aldo D’Adamo, fu commissionata dal comune di Vasto e inaugurata nel 1979. È alta 3,60 metri e pesa circa mezza tonnellata. Era stata pensata come strumento promozionale della Vasto balneare e si può dire, in un certo senso, che fosse l’equivalente scultoreo delle cartoline che tanto andavano di moda negli anni ’70, quelle che raffiguravano le belle ragazze in bikini sulla spiaggia.

Il luogo, all’epoca, appariva perfetto per una tale celebrazione, perché segnava l’inizio del tratto di spiaggia destinato alla balneazione e dato in concessione agli stabilimenti balneari. Quel tratto, che andava dall’inizio del Golfo di Vasto, ribattezzato Golfo d’oro, fino al pontile, racchiudeva in circa un chilometro di costa sui diciannove del territorio comunale, l’offerta turistica della città di Vasto.

Oggi una tale iniziativa sarebbe sicuramente molto controversa. La sensibilità dell’epoca, invece, la trovò assolutamente condivisibile e la bagnante, detta anche dai vastesi affettuosamente “Sirenetta”, da allora è stata riprodotta su centinaia di supporti diversi, al punto che a nessuno verrebbe in mente di contestare il suo primato.

Eppure ci sarebbe da riflettere su come questa rappresentazione del turismo balneare abbiamo eclissato altri simboli, pensiamo al Nettuno nel mosaico delle Terme Romane, che sarebbero ben più degni di testimoniare la grandezza storica e culturale di Vasto che è ben di più di una spiaggia su cui prendere il sole!

L’aspetto più divertente sta nel fatto che il Monumento alla Bagnante non sorge neanche in un posto qualsiasi, ma nello specchio di mare su cui sono ancora visibili rovine, probabilmente di epoca romana, che sono oggi denominate “Parco Archeologico Sommerso di Vasto”.

Le mura che escono dal fondale sabbioso, nei giorni in cui il mare è più limpido, sono facilmente visibili anche dal lungomare. L’area, infatti, è quella alla foce del torrente Angrella in cui si trovava il primo approdo di Vasto, fra lo scoglio detto del Trave e quello, appunto, di Scaramuzza. Secondo la legenda è lì che sarebbe approdato Diomede in fuga dalla distruzione di Troia per fondare l’antica Histon circa tremila anni fa. Ed è sempre in quel luogo che si sviluppò una struttura portuale in epoca romane e poi una in epoca medievale, attiva probabilmente fino al ‘500.

Oggi, esaurita da tempo la funzione di approdo, si può dire che anche la stagione balneare di questa zona si stia esaurendo, visto che la presenza dei bagnanti si è spostata e diffusa su tutta la costa. Il Monumento alla bagnante diventa quindi una sentinella che congiunge il Golfo d’oro con la Costa dei trabocchi e assume un valore storico che ci parla di un tempo apparentemente vicino, ma già piuttosto lontano.

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