Parco regionale di Punta Aderci

L’incredibile bellezza del maggiore promontorio fra il Conero e il Gargano

Punta Aderci è un luogo incantevole. Nel senso proprio del termine. Avvicinarsi alla punta sulla strada sterrata che lo collega alla zona industriale di Punta Penna, oppure da quella che arriva da Mottagrossa, permette di ammirare il promontorio che si staglia contro il mare in uno scenario completamente selvaggio che richiama ben altre latitudini.

I colori a Punta Aderci cambiano con il corso delle stagioni. Dal marrone profondo della terra rovesciata dagli aratri dopo l’inverno, al giallo vivo della fioritura delle ginestre e al verde della prima estate. Il contrasto con il blu del mare è sempre affascinante, soprattutto nei giorni di vento in cui anche l’Adriatico diventa una tavolozza che spazia dal celeste tenue delle rive sabbiose al blu profondo del largo.

Oggi Punta Aderci, oltre ad essere il promontorio più alto tra il Conero e il Gargano, è sicuramente il sito naturale più bello e incontaminato del medio Adriatico sulla sponda Italiana. Dall’alto dei suoi 36 metri sul livello del mare, la vista spazia per decine di chilometri su tutta la Costa dei Trabocchi, mentre verso terra si stagliano grandiosi i massicci della Maiella e del Gran Sasso.

Alla base del costone roccioso, facilmente raggiungibili dalla spiaggetta a nord del promontorio, vi sono grotte e insenature. Al di sopra degli scogli che si protendono in mare un caratteristico Trabocco.

Il nome Punta Aderci in origine, e ancor oggi nella parlata vastese, era “Punta d’Erce”, poiché questo luogo era anticamente consacrato ad Herkle, ovvero l’Ercole delle popolazioni italiche, in particolare i Frentani, che abitavano in questi luoghi prima dei Romani. Sul promontorio sono stati ritrovati resti dall’età del bronzo (1.500 a.C.) fino al VI secolo d.C. Inoltre sulle sue pendici, vicino all’approdo naturale dato dalla spiaggetta posta a Nord della Punta, sono ancora visibili delle fosse granarie che datano all’incirca all’anno 1000, testimonianza della presenza di un piccolo porto commerciale.

L’impossibilità di difendere il sito e la storia turbolente dal Regno di Napoli hanno portato all’abbandono da parte delle popolazioni locali, che si sono concentrate più a Sud nella zona di Vasto. Lo sviluppo del porto industriale nel dopoguerra ha tenuto lontana l’attività turistica, ma anche la speculazione edilizia, facendo arrivare fino a noi questa meravigliosa bellezza naturale.

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